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      (319) Per violenza non intendiamo solo quella brutale della forza, ma anche quella legale. E quella morale dell'opinione. E sopra tutto quella patologica della servitù intellettuale, che fu l'arma più poderosa della Chiesa cattolica per dominare, e che raggiunse la perfezione dottrinale nella formola gesuitica: perinde ac cadaver. Perciò non basta, a raggiungere la libertà, la formula della libertà di coscienza delle Costituzioni moderne, nel senso cavouriano della libera Chiesa in libero Stato. Occorre anche la separazione, con la supremazia dello Stato. Occorre infine che la libertà venga volta dai liberi pensatori anzitutto ad emancipare, con la più intensa propaganda intellettuale, psicologica e sociologica coloro che sono dalla credenza cattolica tenuti schiavi della superstizione, e inabilitati ad usufruire della libertà del pensiero. Onde ben a ragione Vittorio Alfieri e Filippo De Boni lasciarono scritto che la libertà è incompatibile col cattolicesimo e che dove questo impera non può nascere e conservarsi vera libertà. La teocrazia più pericolosa è quella che il prete esercita sulle coscienze.
      (320) Sant'Agostino inaugurava appunto questo sistema gesuitico della Chiesa dicendo che le persecuzioni dei pagani erano opera degli imperatori.
      Il sistema di spingere il braccio secolare alle persecuzioni e di poscia addossare ad esso la responsabilità delle medesime, è ancor oggi seguito dagli ultimi discepoli di sant'Agostino.
      (321) Ammiano Marcellino, lib. XXI, c. XII.
      (322) Libanio, Orazione in favor dei templi.


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Gesù Cristo non è mai esistito
di Emilio Bossi (Milesbo)
pagine 292

   





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