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      Egli è vero soltanto che lo smascheramento di un medio prova la possibilità dell'impostura degli altri, e che la scoperta di una parrucca dà diritto ai calvi di dubitare delle chiome altrui. Ma non dà diritto di sospettare che tutte le chiome siano false, fuorchè a chi non ha mai veduto dei capelli veri. Chi ha constatato un solo fenomeno spiritico veramente autentico, non può più esser disingannato nemmeno con mille falsi. A me per esempio è inutile citare l'opinione del Tyndall, «che gli spiritisti sono in un uno stato d'animo pel quale la scienza non può far nulla; sono credenzoni, ai quali le prove non servono, perchè vogliono credere e non vogliono essere disingannati». Sebbene il Tyndall sia fisico valentissimo e uno degli scrittori più chiari e simpatici, la sua sentenza non mi fa più nè caldo nè freddo, perchè, avendo veduto io dei fatti reali, è inutile che egli, (che, a quanto narra il Wallace, i fatti veri non li ha veduti, perchè non ha voluto vederli), mi venga a dire che ce ne sono molti di falsi. Io so che il caffè si fabbrica anche colla cicoria, colle ghiande e coi fichi secchi; so bene che uno dei miei conoscenti è fabbricante di caffè; so bene che non è sufficiente garanzia nemmeno il comprarlo in grani, perchè un commerciante in coloniali mi ha assicurato che si fabbrica anche quello, coi fondi di caffè, e così bene che io non lo distinguerei dal vero; so che in una provincia d'Italia non ho trovato in alcun caffè del vero caffè. Eppure, siccome ho bevuto qualche volta del vero caffè, così io sono, quanto al caffè, in quello stato d'animo che dice il Tyndall; sono afflitto da una credulità incurabile.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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