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      Dovere dello scienziato è sopratutto di saper dubitare; ma non soltanto delle cose nuove bensì anche delle vecchie.
      Insomma, per chi non sa nulla di una cosa, l'opinione di un altro uomo, qualunque sia, conta per qualche cosa. Ma poichè, come dice il Berkeley, pochi sono gli uomini che pensano, sebbene tutti pretendano di aver delle opinioni, così le opinioni non si devono contare, ma pesare; e quella di tutto un popolo che non sa, non vale quella di pochi scienziati. Ma, poiché non si accorda fede agli scienziati se non perchè si sa che studiando trovano delle ragioni che noi non conosciamo; così l'opinione di molti scienziati non val nulla contro una buona ragione. E poichè le buone ragioni sono quelle che si fondano sulla esperienza, così un sacco di ragioni non vale contro un esperimento ben fatto. Cosa val dunque l'opinione dei più, che non hanno nè letto nè sperimentato, contro tanti e così ben fatti esperimenti? Se non dico nulla, ma quasi nulla, è proprio per gentilezza.
     
      IX.
     
     
      Passiamo dalla quœstio facti alla quœstio iuris. Ammessa la realtà dei fatti medianici, possiamo noi arguirne la verità della teoria spiritica? ossia quale è l'ipotesi con cui possiamo spiegare questi fatti? qual'è la causa che li produce?
      In primis et ante omnia, resta ben inteso che questa discussione non ha significato che per coloro che ammettono la realtà dei fatti. È inutile cercare la ragione dei fatti con coloro che, ad ogni fatto citato, tirano di nuovo in campo la possibilità dell'errore, dell'allucinazione e dell'impostura, e domandano da capo che i fatti siano confermati.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Berkeley