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      Questi abitanti degli elementi, adottati dalla filosofia platonica, studiati dagli alessandrini, fatti conoscere in Europa verso il 1100 insieme alla logica bizantina dal Michele Psello, e ammessi poi da Tritemio Agrippa e sopratutto da Paracelso, sono gli autori dei fenomeni medianici secondo il Papus, la Besant e altri teosofi(34).
      Questi non formano che un piccolo gruppo. Ma molto più vasto è il cerchio della Chiesa. I teologi cristiani non negano la realtà dei fenomeni spiritici, anzi se ne fanno un'arme, (ed un'arme che è leale), contro gli scettici, per esempio il Monsabré; ma i più, tra cui specialmente il Mirville, il Gougenot des Mousseaux e il padre Franco, seguendo la dottrina ortodossa di Sant'Agostino e di Lutero, sostengono che sono opere del diavolo(35); non che neghino la possibilità delle apparizioni dei defunti; ma le considerano come veri miracoli, come vere eccezioni alle leggi di natura, permesse molto di rado da speciale grazia divina. Tra le ipotesi moderne non si trova quindi quella dell'ispirazione, se l'ispirazione è divina; ma solo quella della suggestione; dalla suggestione mentale degli astanti alla suggestione diabolica.
      7° C'è ancora un'ipotesi: che tutti questi differenti casi possano verificarsi; che il medio, come un sonnambulo, possa essere soggetto ad un'autosuggestione ed anche ad una suggestione esterna, sia di uomini viventi, sia di esseri che non sono uomini o non sono viventi. L'Aksákow dice che il gran torto degli spiritisti è di credere che tutti i fenomeni medianici siano spiritici.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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