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      Non vi era insegnamento religioso, ma noi discutevamo spesso nelle nostre passeggiate su questioni gravi, fra le altre sull'immortalità dell'anima e sulla vita futura. Questo problema, e la possibilità che un defunto apparisca ad un vivente, furono soggetti di lunghe discussioni, e finalmente facemmo la pazzia di firmare un patto, scritto col nostro sangue, che quello fra noi due che morisse pel primo apparirebbe all'altro, e così dissiperebbe al tutto i suoi dubbi sulla vita dopo morte. Finiti i nostri studi, G. andò nell'India avendovi ottenuto un impiego nel Servizio Civile. Mi scrisse di rado, e dopo pochi anni avevo quasi dimenticato che esistesse.... Un giorno io prendeva, come ho detto, un bagno caldo; e, mentre vi ero dentro e godevo il confort del caldo, volsi il capo, guardando verso la sedia, su cui avevo deposto i miei vestiti al momento di entrar nel bagno. Sulla sedia sedeva G., guardandomi tranquillamente. Come io sia uscito dal bagno, non lo so; ma ricuperando i sensi mi trovai a terra. L'apparizione, o quella qualunque cosa che aveva preso l'apparenza di G., era scomparsa. Questa visione mi aveva dato un tal colpo, che non ebbi veglia di discorrerne, e non ne parlai neppure a Stewart; ma l'impressione che ciò mi fece fu troppo viva per esser dimenticata facilmente; e ne fui così commosso, che io scrivo qui tutta la storia, colla data 19 dicembre, e tutti i particolari, quali mi stanno ancora freschi nella memoria. Senza dubbio io mi era addormentato, e non posso dubitare un istante che l'apparizione che si era presentata così distintamente ai miei occhi era un sogno; eppure.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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