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      Invece il ragionamento che si deve fare è questo:
      1° Nella storia si trovano centinaia di testimonianze, anche autorevoli, di apparizioni di morti;
      2° Noi non siamo abbastanza sicuri che nulla sopravvive al cadavere per dire che tutti questi testimoni erano matti o bugiardi;
      3° Questa tradizione è poi confermata dall'osservazione di centinaia di testimoni ancora viventi, fra cui alcuni autorevoli;
      4° La tradizione e l'osservazione sembrano confermate dall'esperimento, almeno in quanto le intelligenze occulte evocate cogli esperimenti medianici dicono generalmente di esser anime di morti;
      5° Queste comunicazioni medianiche non sembrano una semplice eco delle opinioni dei vivi, altrimenti rifletterebbero anche lo scetticismo della maggioranza; invece io conosco un medio, scrivente in nome di defunti, che è scettico e materialista. Per lo meno andrebbero d'accordo colle credenze religiose; invece, sebbene s'accordino nell'essere spiritualiste e, in un certo senso, religiose, non vanno d'accordo coi dogmi speciali di alcuna Chiesa; raccomanderanno di pregar Dio, ma non sono cristiane. Dunque, piuttosto che un'eco della tradizione religiosa, sembrano una conferma di una parte di essa.
      6° Dunque la concordanza della tradizione, dell'osservazione e dell'esperimento sembra una prova di un certo valore per la probabilità delle comunicazioni coi defunti.
     
      XIX.
     
     
      Ma non fidiamoci delle intelligenze occulte. Verifichiamo le loro asserzioni domandando loro delle prove, e giudichiamo chi siano da ciò che dicono e da ciò che fanno.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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