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      E si noti che per scrivergli bisogna che muova il braccio destro, del quale è padrone anche il medio cosciente, e perciò agisca su un centro motore comune, che obbedirebbe a due padroni, a meno che si voglia appunto considerare la scrittura automatica dei medi come una malattia del centro grafico, di uno dei quattro centri ipotetici del linguaggio (parlare, comprendere chi parla, scrivere e leggere).
      S'aggiunga che l'incosciente del medio non è solo un essere pensante di cui il medio non ha coscienza, ma un essere pensante che non ha coscienza di sè; altrimenti il medio penserebbe con doppia coscienza, come nello strabismo può veder doppio; oppure il medio darebbe alloggio ad un vero parassita, a un vero vampiro, che lo ingannerebbe coscientemente. E questo essere, che pensa senza saperlo, crede d'esser un morto, invece di esser un pezzo d'un vivo, e vuol darlo ad intendere all'altro.
      Ora so bene che i fisiologi possono rispondere colla solita ragione degli spiritisti: che sebbene una cosa sia inesplicabile, o almeno non ancora spiegata, può esser vera. Ma allora devono comprendere anche un'altra ragione: che, quando si spiega così poco, non bisogna respinger a priori le ipotesi degli altri.
      Insomma il medio scrivente può dire: «Io non so chi scriva; ma sento che non sono io; dunque fra me e lo spirito di un defunto, chi scrive sarà piuttosto lui, non io. E tanto più inclino a crederlo, se scrive precisamente che è lo spirito di un defunto». E a questo non si può rispondere che così: «La tua credenza, che non sei tu che scrive, può esser un errore; come gli uomini credono sentire che la terra non si muove, solo perchè non sentono che si muove, così tu credi di aver coscienza di non scrivere, solo perchè non hai la coscienza di scrivere; ma può darsi che tu scriva senza averne coscienza, ossia che chi scrive sia il tuo incosciente invece di un defunto.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316