Pagina (136/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma allora, piuttosto che ammettere uno spirito, si ammette una specie di chiaroveggenza dell'incosciente del medio. Dunque fermiamoci a discorrere della chiaroveggenza.
     
      XXI.
     
     
      Io vorrei parlare brevemente della chiaroveggenza e delle altre cognizioni magiche; ma vorrei anche parlarne chiaramente; perciņ prego il lettore di distinguere attentamente con me tre questioni diverse: 1° quali si possono chiamare cognizioni magiche; 2° se siano possedute sempre e soltanto dalle intelligenze che si manifestano negli esperimenti spiritici; 3° quale conseguenza si possa dedurne sulla natura dell'intelligenza occulta. Ossia tre cose: la definizione, i fatti e il ragionamento.
      1. Chiamo cognizioni magiche queste:
      La lettura del pensiero, anche della memoria (cose che possiamo ricordarci, ma a cui non pensiamo), anche della memoria latente (cose sapute di cui non possiamo ricordarci), anche del pensiero a distanza (cui corrisponde per parte del pensante la suggestione mentale, anche involontaria, anche incosciente, anche a distanza);
      la chiaroveggenza, ossia la visione senza luce, la visione attraverso la materia (come la lettura di una lettera in una busta chiusa, o in una scatola), la visione o udizione a gran distanza;
      il presentimento del futuro (che in molti casi si riduce a visione a distanza, per es., quando si presente l'arrivo di qualcuno; o anche la lettura del pensiero, indovinando l'intenzione);
      la cognizione del passato senza l'aiuto della memoria o della testimonianza, col solo filo conduttore di qualche cosa che abbia avuto rapporto colla cosa passata;


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Chiamo