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      Si tratta di un fenomeno fisico inimitabile e perfino inesplicabile, del quale il medio dice di non saper nulla, e di non ottenerlo che pregando un'intelligenza occulta, la quale dichiara, magari colla scrittura diretta, di essere lo spirito di un defunto, e di far ciò che noi non possiamo nè fare nè capire per darci una prova della sua esistenza. Ora l'Hartmann e i suoi sentenziano che il miracolo, per esempio il passaggio di un solido attraverso a un solido o in una quarta dimensione dello spazio, non è fatto da chi dice di farlo, ma da chi dichiara di non saperne nulla. E dicono al medio: tu lo fai senza saperlo; e alla spirito: tu non esisti; o sei un centro cerebrale del medio, che si crede uno spirito. E perché mai l'incosciente del medio si crede uno spirito? Effetto della superstizione di una tradizione. E perchè il medio non ottiene il miracolo che rivolgendosi a questo spirito? Effetto della sua immaginazione; è l'invocazione di questo essere immaginario che lo mette nello stato epilettico necessario all'esaltazione dei centri motori. Si tratta di cose che manifestamente dipendono da una volontà, e che a farle apposta richiedono la cognizione di una geometria, fisica e chimica trascendentale, sicchè non può farle nemmeno un sapiente; ed essi le attribuiscono ad un ignorante, anzi ad un incosciente, anzi (poichè si crede un morto mentre è un pezzo di un vivo), a un pazzo. Non si accorgono di ragionare incoscientemente così: questi sono miracoli; ma noi non possiamo farne; e spiriti non ce ne sono; dunque li farà il medio senza saperlo.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Hartmann