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      Che vi siano apparizioni di viventi, nessuno lo nega; ma tutti convengono nel chiamarle allucinazioni, perchè nè un vivente nè alcun altro essere di questo mondo, e neppure dell'altro, può dirsi veduto dove non è. Ma ora molti cominciano ad ammettere che, sebbene la apparizione di un vivente non sia mai una sensazione nel significato ordinario della parola, non è però sempre un'allucinazione nel senso che si suol dare alla parola (cioè una presentazione prodotta senza eccitamento esterno); non può esserlo quando si vede una cosa dove non è, ma si vede una cosa che è, e che non si poteva nè sapere nè sospettare altrimenti. Se una persona che è a Londra, che è sveglia, che non ha mai avuto allucinazioni, si sente chiamare tre volte da un suo conoscente che è in Iscozia, che non sapeva ammalato, e verifica poi che in quel momento il suo conoscente moriva, chiamandola per nome, essa ha una presentazione che può chiamarsi allucinazione soltanto perchè alle cose nuove si suol dare il nome di una cosa vecchia che rassomiglia, ma che, per la stessa ragione, potrebbe anche chiamarsi sensazione. Vi sono dunque delle apparizioni di viventi che sono allucinazioni-sensazioni, o, come si suol dire, allucinazioni veridiche, o ragionevoli, o telepatiche.
      Le apparizioni di viventi si potrebbero distinguere in tre classi. La prima classe sarebbe quella delle apparizioni che potremmo chiamare naturali; queste sono già ben constatate, e ormai ammesse, specialmente grazie agli sforzi della società londinese per le ricerche psichiche, la quale nè suoi Phantasms of the Living ne ha raccolti 679 casi, recenti ed autentici.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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