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      » Se dunque c'è del vero nel detto di Cicerone, che in sogno lo spirito va lontano, o almeno se alcuni lo hanno creduto, è naturale che alcuni abbiano tentato di girare il mondo e agire liberamente mettendosi volontariamente in sonnambulismo; è questa la magia che gli Indiani chiamavano (mayavi-rupa), e sulla quale è da leggere tutto un capitolo della Monistiche Seelenlehre del du Prel. Si narra che in sogno viaggiassero e visitassero gli amici anche Epimenide di Creta, forse contemporaneo di Solone, ed Ermotimo di Clazomene, maestro di Anassagora, dunque circa sei secoli avanti Cristo. Tra gli esempi moderni il più autentico è quello raccontato dallo Jung Stilling (nella Theorie der Geisterkunde), di un mago di Filadelfia il quale, impietosito di una donna che da un pezzo non aveva notizie di suo marito, si addormenta, rintraccia il marito in un caffè di Londra, gli domanda sue notizie, e svegliandosi le comunica alla moglie; e il marito al ritorno riconobbe nel mago la persona con cui aveva discorso in quel caffè. Che più? La telepatia o meglio telefania sperimentale fu tentata a Londra dal Keulemans e da altri; si vedano le Hallucinations télépathiques, pagina 32, SS. (cfr. Aksákow, p. 616).
      L'altra specie di apparizione magica del vivente è la citazione, ossia l'apparizione forzata di un vivente, cioè l'evocazione dello spirito, non dalla tomba, ma da un corpo vivente. A crederne la Blavatsky, fonte delle più sospette, con quest'arte si sarebbero commessi nientemeno che degli assassinj(59).


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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