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      Si può sopporre che i brandelli dei vestiti dei fantasmi, come i loro fiori, siano portati di fuori. E allora non c'è che da spiegare l'apporto di un corpo solido in una camera chiusa; e per questo basta capire che il desiderio incosciente del medio può far passare un corpo solido attraverso a un muro, o farlo passare per una quarta dimensione dello spazio. Tutto ciò è così facile, così semplice, così naturale, che vien voglia di domandarsi con che pretesto quella buona gente di spiritisti suppone in questi fenomeni un'intelligenza superiore alla nostra.
      Ma disgraziatamente vi sono dei casi in cui nemmeno colla forza psichica si possono spiegare i fantasmi dei defunti. Perchè anche Dio, per dar forma alla materia, aveva bisogno di modelli; almeno così dice Platone, che a questi modelli dava il nome di idee. Ora ammettiamo pure l'onnipotenza dell'immagine di cosa desiderata da certe persone, dai medii. Ma quest'onnipotenza è impossibile quando quest'immagine non c'è. Per produrre il fantasma di un defunto, il pensiero di un medio deve avere, se non la scienza cosciente o incosciente del modo di produrlo, almeno un'immagine del fantasma da produrre; ma quest'immagine suppone un modello, che è il defunto; dove prende l'immagine quando il modello non c'è più? Qui bisogna distinguere tre casi:
      Quando nessuno dei presenti riconosce il fantasma, si dirà che può non esser il fantasma di un defunto, e l'immagine può essersi prodotta senza modello reale, può essere inventata, creata dal medio stesso; senza contare che potrebbe anche trattarsi del fantasma di un vivente.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





Dio Platone