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      E allora certamente non posso più rispondere perchè nel mio incosciente non ci vedo, e potete farne un'arca di Noè, da cui saltano fuori tutti gli animali del creato. Insomma io non ammetterò mai che fossi allucinato; solo ammetto che gli altri possono fare logicamente anche quest'ipotesi; e che, se scrivo, è anche per convincer gli altri.
      Qua sembra difficile poter uscire da questi due casi. Ma vi sono degli esempj pei quali non si può fare nessuna di queste due obbiezioni; e sono gli esempj di fantasmi di defunti che nè il medio nè gli astanti hanno mai veduto, ma che terze persone riconoscono poi alla fotografia. Di questi esempj ce ne sono di molto belli; e il lettore può trovarli nella preziosa collezione dell'Aksákow (p. 732, SS.). In questi casi, se non si vuol supporre che l'incosciente del medio vada a cercare l'immagine nella memoria degli assenti che hanno conosciuto il defunto, nemmeno l'incosciente del medio può più immaginarsi il defunto, e quindi non può copiarlo colla forza psichica. Allorchè Tizio ottiene in un esperimento spiritico una fotografia del defunto Caio, che egli e il medio non hanno mai conosciuto, ma che è perfettamente riconosciuta dal parente Sempronio, il quale non ha assistito all'esperimento, e sa che Caio non ha lasciato alcun ritratto, (es. in Aksákow, p. 739; cfr. Wallace, ed. franc., p. 262 ), restano evidentemente escluse nel medesimo tempo l’impostura, l'allucinazione propriamente detta, l'allucinazione telepatica e l'allucinazione prodotta dalla forza psichica del medio.


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Per lo Spiritismo
di Angelo Brofferio
Domenico Briola Editore
1893 pagine 316

   





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