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      I popoli all'udire gl'improperii che si lanciavano, e al vedere i processi che reciprocamente s'intentavano, non sapendo ben discernere da qual parte stesse il vero o il falso, credevano tutto a un modo; e così veniva a mancare agli occhi di lui ogni ragione di riverirli e di rispettarli. Nella nuova elezione, all'utilità e all'onore della Chiesa prevalse l'interesse dei cardinali, di maniera che ai passati scandali nuovi si aggiunsero. Benchè con magnifiche parole ciascuno protestasse che sopra qualunque di loro fosse per cadere la elezione, deporrebbe quegli il pontificato; ottenutolo, studiava con ogni mezzo e sotto vani pretesti a non tenere la data fede. Dopo molte incertezze e dichiarazioni e proteste, fu eletto Angelo Corrario veneziano, patriarca di Aquileja, che prese il nome di Gregorio XII. Aveva egli prima e dopo la sua elezione promesso e giurato di adoperarsi a ricondurre la pace nella Chiesa; ma i fatti chiarirono in breve qual fede fosse da prestare a quelle promesse, a que' giuramenti. Scrisse da prima a Benedetto XIII per invitarlo alla pace e proporgli vicendevole abdicazione, e questi rispose all'invito con parole piene di conciliazione. Si trattò di un abboccamento in Savona; ma Gregorio, benchè di retta e semplice natura, ma, come buono e semplice, facile ad essere dai cattivi raggirato9, preso ai segreti maneggi ed alle astuzie dei parenti e dei consiglieri, a Siena si arrestò, e di là rinunciava alle negoziazioni. Benedetto, quantunque non inclinato più di Gregorio a mantenere quello che avea promesso solennemente, pur nondimeno a Savona si recò, poi a Porto Venere, indi alla Spezia, mentre Gregorio non oltrepassava Lucca.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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