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      Del nuovo stato pare che più che a liberale uomo non si convenisse gli dispiacessero le spese, le quali stranamente esagerando, ebbe a dire che in una notte avea consumato il matrimonio e il patrimonio20. Egli è bensì vero che da molti scritti e fatti si raccoglie come eccessive fossero in quell'età le spese delle nozze, onde non del tutto ingiuste erano forse le lagnanze di Leonardo; ma vi hanno pur anco ragioni per dubitare che in lui movessero da poca liberalità; imperocchè, se deesi prestar fede ad alcuni coetanei suoi, egli era poco amante dello spendere, e soverchiamente curante della roba.
     
      Frattanto per essere Roma occupata da Ladislao, il papa era costretto ad andare da un luogo all'altro, cosicchè a Leonardo convenne correre di città in città, prima da Firenze a Bologna, quindi da Bologna a Lodi, a Cremona, a Mantova e di nuovo a Bologna dove passò tutta la state del 1414. Dopo molte incertezze e lunghe negoziazioni fra il papa, che non voleva saper di Concilio perchè queste numerose adunanze credeva pericolose, e l'imperatore Sigismondo che insisteva perchè senza indugio si convocasse, fu finalmente stabilito di intimare un Concilio generale che si riunirebbe a Costanza. A Costanza pertanto concorsero imperatori, re, principi, signori e duchi, più di diciottomila ecclesiastici e dugento dottori dell'università di Parigi, e da tutte parti un numero sì grande di persone, che si disse non minore di cinquantamila. Era curioso vedere la immensa varietà di gente accorsa da ogni parte di Europa, in armadure, abiti nuovi e strani, e pomposo corteo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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