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      Nè infruttuose riuscirono le sue fatiche e le sue diligenti ricerche, nè il suo zelo restò senza ricompensa, imperciocchè gl'incontrò di trovare un numero grandissimo di manoscritti, tra' quali erano notevoli un Quintiliano completo, i tre primi libri e metà del quarto dell'Argonautica di Valerio Flacco, un'opera di Lattanzio, l'architettura di Vitruvio, otto Orazioni di Cicerone, Silio Italico, Ammiano Marcellino, Tertulliano ed altri che lungo sarebbe di annoverare. Le scoperte di Poggio levarono in Italia grandissimo rumore; tutti i dotti fecero a gara nell'esaltarlo e celebrarlo, ond'ei salì allora in molta rinomanza. Primo a congratularsi con Poggio fu il buon Leonardo, a cui l'annunzio di sì importanti scoperte avea recato incredibile gioia. Nella lettera ch'egli senza indugio gl'indirizzò, esortollo vivamente a proseguire con calore l'impresa, a non desistere dalle ricerche, a persistere fortemente nel lodevole proposito. Che se a tale effetto, ei soggiungeva, grandi spese si ricercavano, tali che non potesse sostenere, non per ciò cadesse dell'animo, perchè egli avrebbe pensato a provvederlo dell'occorrente25. E non fu solo Leonardo nel sovvenirlo, imperocchè grandi e inestimabili aiuti gli vennero anche dal Niccoli, il più zelante e liberale tra gli eruditi dell'età sua.
     
      Tornato Poggio a Costanza mentre pendeva il processo di Girolamo da Praga, e assistendo alle sedute del Concilio, sdegnato da un canto delle atroci accuse che a lui erano scagliate dagli avversari, commosso dall'altro all'eloquenza onde vigorosamente difendevasi, scrisse a Leonardo una lettera calda di ammirazione per le qualità e le virtù dell'accusato, della cui sorte il prese profonda pietà. Quantunque avesse Poggio vissuto quasi sempre nella corte romana, non si era però lasciato abbagliare dalle apparenze ingannatrici, in guisa da non vedere la corruzione profonda che vi regnava.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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