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      Il Machiavelli, nel proemio delle Storie, dopo di avere dichiarato le ragioni che lo persuasero a cominciare la sua narrazione dalle origini di Firenze, anzichè dal 1434, come in sul primo aveva divisato, soggiunge: "Io mi pensava che Messer Lionardo d'Arezzo e messer Poggio, duoi eccellentissimi istorici, avessero narrate particularmente tutte le cose che da quel tempo indietro erano seguite. Ma avendo io dipoi diligentemente letto gli scritti loro, per vedere con quali ordini e modi nello scrivere procedevano, acciocchè imitando quelli, la istoria nostra fusse meglio dai leggenti approvata, ho trovato come nella descrizione delle guerre fatte dai Fiorentini con i principi e i popoli forestieri sono stati diligentissimi; ma delle civili discordie e delle intrinseche inimicizie, e degli effetti che da quelle sono nati, averne una parte al tutto taciuta, e quell'altra in modo brevemente descritta, che ai leggenti non puote arrecare utile o piacere alcuno. Il che credo facessero, o perchè parvero loro quelle azioni sì deboli, che le giudicarono indegne di essere mandate alla memoria delle lettere, o perchè temessero di non offendere i discesi di coloro, i quali per quelle narrazioni si avessero a calunniare. Le quali due cagioni (sia detto con loro pace) mi paiono al tutto indegne d'uomini grandi; perchè se niuna cosa diletta o insegna nella istoria, è quella che particolarmente si descrive; se niuna lezione è utile ai cittadini che governano le repubbliche, è quella che dimostra le cagioni degli odj e delle divisioni della città, acciocchè possano col pericolo di altri diventati savj, mantenersi uniti.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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