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      In essa egli prese a raccontare le cose nel suo tempo avvenute, ond'è che s'intitola De temporibus suis. Principia dallo scisma di Clemente VII, e termina con la vittoria riportata dai Fiorentini presso Anghiari l'anno 1440. Al genere storico appartengono eziandio altri scritti: de' quali uno tratta dell'origine della città di Mantova, pubblicato dal Mehus; e due altri, dell'origine di Roma e della nobiltà della città di Firenze, che giacciono inediti. E non solo si occupò delle cose contemporanee e illustrò la storia fiorentina, ma anche alla storia antica rivolse i suoi studi e le sue meditazioni. Del che fanno ampia testimonianza i tre libri Della guerra punica, che dettò per supplire ad una lacuna che trovasi in Livio; il Commentario delle cose de' Greci, dalla vittoria navale degli Ateniesi sopra i Lacedemoni alle isole Argiensi, sino alla vittoria e morte di Epaminonda; i quattro libri della guerra contro i Goti, pei quali, come fu già dimostrato da valenti critici, a torto egli venne accusato di plagiario per avere fatta sua la storia di Procopio61. Scrisse ancora sopra diverse materie altri opuscoli, il numero dei quali è presso che interminabile. In tanta copia basti ricordarne uno Della milizia a Rinaldo degli Albizzi, uno Dell'educazione a Ubertino Carrara, un altro Degli studii e delle lettere a Madonna Batista figlia di Guidantonio conte d'Urbino maritata a Galeazzo Malatesta, donna litteralissima e tenuta in molto pregio da' virtuosi del suo tempo62. Delle cose scritte in volgare sono ricordate due orazioni: una detta avanti al gonfaloniere di giustizia, diretta a giustificare se stesso da certe calunnie alle quali era fatto segno; l'altra alla presenza del popolo quando fu dato il bastone del comando a Niccolò da Tolentino capitano al soldo della Repubblica; più, una risposta che per parte della Signoria fece agli ambasciadori del re d'Aragona nel 1443.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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