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      E benchè Augusto e Trajano paressero utili in alcune cose, e fossero di grande fama e reputazione loro e alcuni altri, nientedimeno, se cominceremo dalla guerra civile di Giulio Cesare, e di poi dalla cospirazione fatta e crudelissimamente esercitata da quelli tre a tempo di Augusto, e ricercheremo gli eccellenti uomini stati morti; e se di poi considereremo la crudelità di Tiberio, il furore di Caligola, la demenza di Claudio, la rabbia di Nerone; se di poi successivamente i Vitellj, Caracalli, Eliogabali, Massimini e altri quasi mostri e portenti della terra, ci porremo innanzi agli occhi, senza dubbio confesseremo che la grandezza de' Romani cominciò a declinare allora quando il nome di Cesare, quasi una manifestissima ruina, entrò nella città di Roma. Perocchè la libertà dette luogo alla potenza dello imperio, e dopo la distruzione della libertà, si spense la virtù. Primamente per mezzo della virtù era la via aperta agli onori, e gli uomini virtuosi facilmente si conducevano a' consolati, alle dittature e agli altri amplissimi magistrati. Ma poi che la repubblica venne nella potenza e governo di un solo, la virtù e la grandezza dello animo cominciò a essere sospetta a chi signoreggiava, e solamente quegli uomini piacevano agli imperadori, che non avevano alcuno vigore e ingegno che gli stimolasse alla libertà. E in questa maniera accadde, che le corti degli imperadori, in iscambio degli uomini valenti e forti e virtuosi, furono piene in breve tempo d'uomini pigri e adulatori: e condotto il governo a poco a poco nelle mani de' viziosi, venne a esser cagione della ruina dello imperio.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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