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      Teodosio adunque, uomo singolarissimo, essendo creato imperadore e vestito della porpora da Graziano in su' confini d'Ungheria, passò con lo esercito in Tracia; e con grande industria e prosperità vinse i Goti in più battaglie, e degnamente li cacciò della provincia. Ma perseguitandoli più oltre ed essendo in cammino, venne in una subita malattia: la quale aggravandolo, dette cagione a Graziano, dubitando della salute di Teodosio, di fare pace co' Goti: la quale di poi Teodosio, liberato dalla infermità, per l'onore del compagno l'osservò. E come prima a tempo della guerra aveva i Goti trattati come inimici, così di poi a tempo della pace li ebbe in luogo di buoni amici, e spesse volte ne' bisogni della repubblica della opera loro trasse buon frutto.
     
      Ma dopo a questi tempi seguì che Graziano appresso la città del Lione, e pochi anni di poi Valentiniano suo fratello appresso Vienna furono morti; e Teodosio di poi morendo a Milano, venne lo imperio ad Arcadio ed Onorio suoi figliuoli. Al tempo di questi principi una gran parte de' Goti, desiderosa di nuovo conquisto, sotto Alarico capitano venne in Italia, e passarono per l'Ungheria ed entrarono nel Friuli e nel Trevigiano. E di poi similmente un'altra moltitudine di Goti sotto le insegne di Radagaso loro capitano venne per quelli medesimi luoghi: e questi due capitani e due grandi eserciti in un medesimo anno, nel quale Stilicone e Oreliano erano consoli, passarono in Italia. Ma la condizione e il fine di questi tali fu vario.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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