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      Perocchè Radagaso, passando il giogo dello Appennino e con grande furore entrando in Toscana, ebbe allo scontro Stilicone capitano di Onorio imperadore, uomo singolarissimo nell'arte militare. Il quale ne' luoghi circostanti a Fiesole con singolare industria abbattè in modo questa gente barbara, che circa dugento migliaia di persone, che secondo gli scrittori si trovavano in questo esercito, parte per fame, parte per uccisione, furono morti e presi: e Radagaso, vedendo la distruzione de' suoi e mettendosi in fuga, non potè salvare la propria persona, ma venne nelle mani de' nostri; e ultimamente, avendo saziato gli occhi della moltitudine, fu morto. Questa amplissima vittoria alcuni hanno opinione, che s'acquistasse agli otto d'ottobre: e per questa cagione dicono, che nella città di Firenze fu in tal dì ordinata la festa; e perchè la città fu liberata da uno grandissimo pericolo, essere stato questo tale nome posto al tempio, cioè al duomo. Noi diligentemente ricercando, abbiamo trovato che questa vittoria s'acquistò al tempo di Arcadio e Onorio imperadori, essendo Antemio e Stilicone la seconda volta consoli, e dieci anni dopo la morte di Teodosio, e nel quattrocento otto della cristiana salute: ma del dì non abbiamo alcuna cosa certa potuto ritrovare. E pertanto quello che dell'ordine della festa e del nome del tempio si dice, lasciamo sospeso. Radagaso adunque e la moltitudine de' Goti che erano con lui in Toscana, ebbero questo fine.
     
      Alarico, avendo seco un altro esercito di Goti, si pose presso a Ravenna: e mandati ambasciadori ad Onorio, domandò stanze e domicilio ad abitare per le sue genti.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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