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      Questa nazione degli Unni, come di sopra narrammo, fu di Scizia, ed abitò sopra alla palude Meotida, cioè sopra il mare della Tana; e movendosi di questo paese, di luogo in luogo si fermò in Ungheria: e in spazio di tempo crebbe la loro potenza; e cresciuta, venne al governo di due fratelli, l'uno chiamato Attila di sopra nominato, l'altro Bleda. Ma Attila, per inganno ammazzato Bleda suo fratello, rimase lui solo re di quelle nazioni: e in breve tempo aggiunse delle altre, in forma che era potentissimo quanto alcuno re che in quelli paesi fosse stato innanzi a lui. Aveva sotto di sè genti ferocissime, e lui era di natura tanto terribile che pareva nato a terrore del mondo. Il perchè non si potendo quietare, si mosse con gran gente e trascorse la Macedonia, la Mesia, la Tracia: e finalmente, predando e saccheggiando, passò nella Magna e poi in Francia. Ma dubitando che i Goti non si unissero co' Romani a fargli resistenza, s'ingegnò d'ingannarli, con dare a intendere a' Goti che aveva fatto tanto sforzo per distruggere i Romani, e a' Romani per distruggere i Goti. La quale astuzia, conosciuta da' Romani e Goti, fu cagione d'unirli insieme e fare ogni apparato per la loro difensione. E pertanto Teodorico re de' Goti ed Ezio patrizio, per commissione di Valentiniano giovane, avendo messo insieme tutte le loro genti de' Romani e Goti, passarono in Francia contro ad Attila. Il quale, inteso questa loro venuta, molto più che prima cominciò a danneggiare la Francia; e tutte le terre che poteva vincere desolava, e le chiese ardeva, e senza alcuno riserbo guastava i paesi.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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