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      Imperocchè gli uomini che innanzi avevano obbedito a' principi delle parti ed a' loro seguaci, gustato la dolcezza della libertà, e veduto che il popolo era signore di dare gli onori a chi gli pareva, vigorosamente s'ingegnavano di meritare fra' loro cittadini qualche dignità. E in questo modo, pel consiglio e la industria drento, e l'arme di fuori, si facevano sentire.
     
      La prima impresa che fece il popolo fiorentino dopo la libertà recuperata, fu contro a' Pistolesi, non per appetito di signoria, ma per fare utile provvedimento alla conservazione della propria libertà. Perocchè i Pistolesi e la parte che teneva con lo imperio, come innanzi avevano fatto i Fiorentini, così loro in vita di Federico cacciarono i loro avversarj. Ma di poi stabilirono lo stato loro in forma, che per la morte di Federico non fece alcuna mutazione. Trovandosi adunque la parte amica dello imperio in istato, ed essendo divulgato per tutta Italia, che Corrado figliuolo di Federico con grande esercito veniva dalla Magna a racquistare il regno paterno, parve al popolo fiorentino molto pericoloso, che una città sì vicina fosse nella podestà di Corrado e de' suoi segnaci: e per questa cagione deliberò di fare ogni forza di rimettere gli usciti in Pistoja, e riducere il popolo nella propria libertà. E fatta questa deliberazione, subito vi mandò il campo contro alla volontà di molti cittadini che tenevano collo imperio. Fra' quali furono alcuni capi di quella parte, che poi che le bandiere furono tratte fuori, ricusarono di seguitarle.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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