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      Ma nella guerra tanto più diligentemente si debbe fare questo, quanto il pericolo si vede esser maggiore. Perocchè il danno dell'altre cose pare che sia più leggieri, perchè i mancamenti si possono emendare: gli errori della guerra, oltre alla vergogna perpetua, si tirano dietro e ferite e morte e distruzione delle repubbliche: i quali sono estremi mali che non si possono nè correggere nè fuggire. E pertanto in queste cose si debbe maturamente consigliare e diligentemente udire gli uomini esperti in simile esercizio. E' sarà forse chi potrebbe dire: Se' tu quello che fai professione della perizia della guerra? Io non parlo di me, benchè le condizioni de' tempi e la cacciata già della nostra famiglia m'abbiano costretto, più lungo tempo ch'io non averei voluto, a esercitare in molti luoghi il mestiere dell'arme. Ma e' sono bene in questa compagnia, che voi vedete qui alla presenza vostra, uomini prestantissimi e insino dalla loro gioventù nutriti nella milizia, i quali avendo lunga esperienza di queste cose, ed essendo affezionati alla patria, non possono in sì grave pericolo tacere in alcun modo. E perchè sarebbe cosa lunga che ognuno di loro parlasse, han commesso a me, che per tutti vi dica il parere e il consiglio che al presente ci occorre. Le genti de' nimici si sono ragunate a Siena, e mettonsi in punto a andare a campo a Montalcino. Voi fate pensiero con tutte le vostre forze dare loro soccorso. L'animo e la impresa vostra è grande, essendo il nemico tanto potente. Ma è da vedere, che questa vostra deliberazione non abbia più d'ardire che di prudenza: perocchè, s'egli è il vero che la salute de' nostri collegati consista in questa andata, noi ci accordiamo che la dignità e la fede, per conservare i nostri confederati, vada innanzi a' nostri pericoli.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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