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      Ma sopra tutti gli altri č da notare uno atto scelerato, che usņ in quella zuffa uno chiamato Bocca degli Abati. Questo era nato di famiglia nobile e di parte contraria: e stando presso a uno generoso cavaliere della famiglia de' Pazzi di Firenze, che teneva una bandiera in mano, fece pensiero, non solamente col fuggirsi, ma con qualche atto di maggiore effetto, acquistare la grazia degli usciti. E per questa cagione, assaltando di dietro questo cavaliere, a uno colpo gli tagliņ la mano, con che teneva la bandiera: e, atterrata quella, di cittadino diventņ nemico. E fu tanto il disordine e il sospetto che venne nel campo de' Fiorentini per questo atto, che le genti d'arme a cavallo, non sapendo nč di chi si fidare nč di chi si guardare, si misero in fuga, quasi ritraendosi, piuttosto che scacciati. Le fanterie, vedendosi abbandonate dalle genti a cavallo, e gl'inganni che si facevano in sulla zuffa, s'andarono seminando e rifuggendo in quelli luoghi dove si potevano ritrarre a salvamento, in tal maniera che non si faceva fatti d'arme in parte alcuna se non intorno agli stendardi. Era uno carro molto egregiamente ornato, in sul quale si portavano in su una lancia le bandiere del popolo di Firenze. Questo tale carro una gente eletta di Fiorentini presero a difendere: e per l'affezione e gloria della patria, non volevano consentire, che le loro insegne venissero senza sangue nelle mani de' nimici; ma confortavano l'uno l'altro alla difesa di quello carro e delle bandiere, che in tante guerre per il tempo passato erano state vittoriose.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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