Pagina (168/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Poi che ebbero posto fine a questi lamenti, cominciarono a pensare in che luogo rimaneva lo stato loro: e non facevano dubbio, che gli usciti coll'esercito vincitore avrebbero a venire, e crudelmente usare la vittoria. Avevano ancora sospetto, che qualche inganno non si facesse nella città, come nel campo poco innanzi s'era fatto: perocchè la plebe facilmente muta l'animo, quando si mutano le cose, e i cittadini della parte contraria, de' quali n'era rimasti alcuni drento, facevano segno di qualche muovimento. Mossi adunque da queste cagioni, deliberarono abbandonare la città, e giudicarono essere più sicuro andarsene che rimanere a discrezione. E pertanto si ebbe di nuovo in simile caso a rinnovare il dolore e lamentazioni per tutta la terra, ricordandosi che lasciavano la patria e tutte le altre cose che agli uomini sogliono essere carissime. Tutti quelli adunque che erano uomini di pregio, e avevano sospetto di essere maltrattati dalla contraria parte, e stimavano non potere avere rimedio con gli avversari, si partirono. E molti con le donne e co' figliuoli se n'andarono a Lucca, e molti altri a Bologna: e nell'una città e nell'altra amichevolmente furono ricevuti.
     
      Io so, che sono molti, che il partito di questi tali, come cosa imprudente e timida, riprendono, perchè innanzi alla venuta de' nimici una tanta e sì forte città senza alcuna pruova di battaglia abbandonarono, parendo loro che alquanto tempo si dovevano tenere, e che ogni dì poteva nascere qualche rimedio non sperato per il salvamento loro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Lucca Bologna