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      Io vorrei domandare voi: Che è quello che avete in odio? S'egli è la terra di Firenze, vorrei sapere che male hanno fatto le case e le mura? Se sono gli uomini, vorrei sapere, se sono gli usciti, o noi che vi siamo drento. Se siamo noi, certamente questo errore è nostro, che ci siamo intesi co' nimici, stimando che fossero amici e collegati. Ma la vostra è ben grande iniquità, che fingete d'essere amici e fate con noi confederazione, e da altra parte avete gli animi di nimici. Se gli usciti sono quelli che piuttosto che noi avete a odio, per che cagione perseguitate voi la terra e le mura che sono contra di loro, e per loro offesa e non difesa? E pertanto, ogni volta che voi pensate della distruzione di quella, non contro a' vostri nimici, ma contro a' vostri confederati tornano questi vostri pensieri. Voi potreste dire: Firenze è capo della parie guelfa. E si risponde, ch'ella era quando e' tenevano la città: ma ora ch'ella si tiene per noi, quale è la cagione ch'ella si dice essere più della parte de' guelfi che de' ghibellini? perocchè le mura e le torri sono secondo gli abitatori di quelle. Ancora mi potrebbe essere detto: Il popolo e la moltitudine tiene con la parte contraria. A questo si risponde, che nella battaglia fatta, di prossimo al fiume dell'Arbia si vide per esperienza, che buona parte de' cittadini si fuggì dal canto nostro: donde si dimostra, che il popolo piuttosto con noi tiene, che co' nostri avversari. Appresso, si può facilmente giudicare, che gli avversari nostri, abbandonando di loro propria volontà la terra di Firenze, che non si rifidavano nel popolo di drento, ch'era fautore della parte nostra: ma diciamo, che la moltitudine che tiene con la parte nostra, per le ragioni assegnate ci sia a sospetto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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