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      E di poi li confortò a fare opere eccellenti e degne; e finalmente, per farli più ardenti alla parte sua, donò loro l'arme della sua propria casa: la quale arme è un'aquila rossa con un dracone sotto piè di colore verde. Questo tale segno e arme, ricevuto allora da papa Clemente, ritengono ancora oggi i capitani della parte guelfa: il quale magistrato fu ordinato nella città dopo la tornata de' guelfi. Avendo inteso la risposta del sommo pontefice, parte per suoi conforti, parte per la disposizione di loro medesimi, questi guelfi si misero a ordine, e deputarono per loro capitano Guido, per soprannome chiamato Guerra, uomo di consiglio e d'ardire molto eccellente: e messo insieme tutta la loro compagnia, si fecero incontro alle genti francesi; e trovatele in quello di Mantova, s'appresentarono al cospetto loro tanto ornati d'arme, di cavalli e sopravveste, che mossero tutto quello esercito a grande ammirazione.
     
      Furono ricevuti da' capitani del re benignamente: e di compagnia loro, per la via di Romagna e del Ducato, fuggendo la Toscana che era guardata dalle genti inimiche, si condussero a Roma. E fu gratissima al re Carlo la venuta de' Toscani, perchè delle genti italiane furono i primi che si congiunsero con lui, e ancora perchè il papa molto strettamente gli aveva raccomandati, e appresso i capitani delle genti francesi, co' quali erano venuti molti giorni in cammino, fecero fede e testimonianza della virtù loro. Per queste cagioni adunque, il re, benignamente ricevutili, con gratissime parole li ringraziò della buona compagnia che egli avevano fatta alle sue genti, e confortolli a stare di buono animo, e aspettare ogni premio, se le cose prosperamente succedessero, come era da sperare, mediante la giustizia e le proprie forze e de' suoi amici e seguaci; e ch'egli si era partito delle parti di Francia con questo proposito: ottenendo la impresa, di restare contento solamente al nome di re, e tutte le altre cose e premj della vittoria distribuire a quelli tali che avessero vinto con lui.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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