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      Questi tali essendo inimici d'un altro loro fratello, il quale era re di Spagna, finalmente cacciati della patria, quando e' videro non potere contro la maestà e potenza regale fare alcuno conquisto, con alquanta gente eletta passarono in Affrica: e condotti a Tunisi, lungo tempo stettero a' soldi di quello re. Ed essendo per le prede e per il soldo diventati ricchi, e consultando fra loro quello che fosse da fare, finalmente parve loro, che Arrigo, il quale era il maggiore fratello, con ogni loro tesoro e meglioramento passasse in Italia, e domandasse al papa il reame di Sardegna. Partito adunque dal porto di Cartagine e venuto in Italia, e condotto alla presenza del sommo pontefice, usò con lui la mezzanità e il favore del re Carlo: il quale, avendo vinto il re Manfredi, era in singolarissima grazia della santità sua. Avevano Arrigo e suoi fratelli dal lato della madre strettissimo parentado col re Carlo. Per questa congiunzione, e similmente per lo beneficio e favore prestatogli appresso al papa, fu contento Arrigo di servire la maestà del re Carlo di grande somma di pecunia. Durando questa pratica del reame di Sardegna, ed essendo inclinato il sommo pontefice a compiacere ad Arrigo a petizione del re Carlo, accadde che nella città di Roma sopravvennero tali novità e discordie civili, che i cittadini s'erano messi in arme: e per comporre queste loro dissensioni, mandarono a Viterbo, dove allora si trovava il papa, a pregare Arrigo, che venisse a levare via le discordie loro.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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