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      Ma il re Carlo dopo Lodovico suo fratello passò in Affrica, e insieme con lui entrò nella impresa della guerra di Barberia, la quale guerra si vedeva succedere loro prosperamente, se non fosse seguita la morte del re Lodovico: per la quale si venne a lasciare la impresa e consentire la pace con patti e condizioni, che i Barbari dessero certo tributo, acciocchè l'accordo fosse pe' cristiani più onorevole.
     
      Il re Carlo di poi se ne tornò in Italia insieme con Filippo figliuolo del re Lodovico, il quale succedeva al padre nel regno di Francia e già aveva preso il titolo, e insieme con molti baroni e signori gli fece compagnia per tutta Italia. Durava ancora la contesa de' cardinali e la vacazione della sedia romana: ed era tanta la loro ostinazione, che nè timore di Dio, nè prieghi degli uomini, nè le querimonie de' cristiani, li ritraevano da tale contesa. Ultimamente, dopo una lunga espettazione delle genti, per cagione che fra loro non s'accordavano, si volsero fuori del collegio a eleggere Teodaldo piacentino, il quale dimorava in quel tempo in Soria, per sommo pontefice romano, che fu appellato di poi Gregorio decimo. Questo tale chiamato di Soria per lettere del collegio, e condotto a Viterbo, ed entrato nel pontificato con somma letizia di ciascuno, non molto di poi per la recuperazione di Terra Santa pubblicò il concilio a Lione di Francia: e partendo da Viterbo accompagnato dal re Carlo e da grande moltitudine di signori e baroni, venne a Firenze, dove lietamente e con grandissima venerazione da tutto il popolo fu ricevuto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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