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      E questi tali furono circa sessanta di famiglie molto elette, e fu rimesso nell'arbitrio del papa, che desse loro i confini intorno a Roma, come paresse alla santità sua. Oltre alle predette cose fu aggiunto, che alcune castella presso alla città stessero nelle mani del papa, e la sua santità fosse quella, che per due anni prossimi avesse a dare il magistrato alla repubblica fiorentina a suo piacimento. Avendo questo legato condotte tante cose e acquistato meritamente fama e reputazione, lasciò la terra in pace, la quale prima aveva trovata in grandissima discordia.
     
      Ma parte per questa unione di cittadini, parte ancora per la privazione del vicariato di Toscana, il re Carlo venne a perdere la presidenza della città di Firenze, che gli era come uno dominio; e il popolo restituito nella sua libertà si governava per quattordici uomini, de' quali di sopra facemmo menzione. Questa riforma e modo di governo durò circa due anni: e non si dubita, che molto più sarebbe durato, se il prefato pontefice fosse più vivuto. Ma il primo anno, reggendosi la repubblica per ordine de' quattordici uomini eletti come si è detto disopra, le cose stettero quiete drento e fuori, e non si fece cosa alcuna degna di memoria. Il secondo anno ancora stettero drento le cose pacifiche: ma di fuori si vedevano segni di futura tempesta che generavano grande suspizione di cose nuove: e le cagioni si dimostravano, come appresso diremo. Papa Nicolao, del quale si disse di sopra di che animo e' fosse inverso del re Carlo, andando l'autunno prossimo a Soriano presso a Viterbo a sette miglia, per prendere alquanto di ricreazione, subito gli cadde la gocciola, e perduta la favella, fra pochi dì si morì.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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