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      Da principio furono tre, di poi sei, di poi dodici, di poi otto, come si vedrà ognuno ne' tempi suoi. E non fu la prima volta allora trovato questo modo di governo, perchè è manifesto per gli annali, che circa ottanta anni prima furono i priori dell'arti nella repubblica: ma di poi intermesso e quasi derelitto tale officio, in questo tempo, come è detto, fu ancora con maggiore autorità rinnovato.
     
      Questa specie di reggimento è molto popolare, come pel nome medesimo si può comprendere. E perchè erano alcuni potenti nella repubblica, i quali più che non si conveniva cercavano l'alterazione della città, fu trasferito il governo a una generazione d'uomini pacifici, i quali non erano volti nè a guerre nè a sedizioni, ma a fare le faccende loro quietamente. Furono adunque chiamati priori dell'arti, perchè non uomini rapaci, nè contenziosi, nè uomini pigri e negligenti, che vogliono vivere de' beni d'altri, ma quieti e moderati e intenti a' loro esercizi erano eletti dal popolo a tale priorato. Questo magistrato esser durato nella città più di centotrentotto anni e durare ancora, pare segno che non senza ottimo consiglio fosse fatta tale invenzione: perocchè le cose perniziose, se gli uomini non le dannano, il tempo e la esperienza le riprova e non le lascia essere diuturne. I primi che furono in quel tempo creati de' priori dell'arte fu Bartolo di messere Iacopo de' Bardi, ricca e nobile famiglia, Rosso Bacherelli e Salvi del Chiaro Girolami. Questi ancora furono i primi deputati a stare fermamente nel palazzo alle spese del comune, conciossiacosachè innanzi a quel tempo tutti i magistrati fossero consueti ogni giorno tornare a casa: e fu commesso loro, che non pensassero se non a' fatti della repubblica.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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