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      E poi che ebbero messo insieme tutta questa gente, si distribuirono in tre luoghi della cittą, stimando pił facilmente potere correre la terra, e tenere la moltitudine del popolo, che non si movesse. Una parte di loro si pose presso al tempio di Santo Giovanni, anticamente detto di Marte, l'altra in mercato nuovo, l'altra, cioč la terza parte, di lą d'Arno al ponte Rubaconte. Ma la moltitudine del popolo similmente aveva preso l'arme, e ragunatosi per le vie, e attraversate le strade di materia atta a impedire le genti a cavallo; e appresso avevano fornite le case di sassi e d'armi. E fu tanto l'apparecchio del popolo, che la nobilitą non ebbe ardire di manometterli: ma ciascheduno in quelli luoghi dove s'era posto, si stava colle sue armi. Finalmente, mettendosi di mezzo alcuni buoni cittadini, e confortando l'una parte e l'altra alla pace, fu contenta la nobilitą di posare l'armi; e fu limitato degli ordinamenti fatti alcune cose, e piuttosto per l'autoritą de' priori che per la volontą del popolo. E benchč ognuno avesse posate l'arme, nientedimeno gli animi de' cittadini restarono armati, e non cessavano continuamente o i popolani d'abbassare la nobilitą, o la nobilitą di racquistare la dignitą perduta. Ebbe il popolo molto a male da' priori che erano allora, ch'egli avessero favorito la nobilitą. Il perchč alla fine del loro ufficio usarono parole contumeliose, e quello poco ch'egli avevano fatto in favore della nobilitą rivocarono, e ridussero nella prima forma. Trattarono ancora di rivocare Giano della Bella, perchč lui solo cittadino era reputato atto a raffrenare la forza della nobilitą. E questo desiderio di rivocarlo era nato per l'ardire che allora avevano veduto della nobilitą di levarsi e tentare d'annullare gli ordinamenti fatti.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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