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      Questo male principalmente divise le famiglie nobili, e non ci fu casa alcuna di nome, che non si dividesse in due parti. Di poi venne ancora questa contesa a dilatarsi fra' popolani, e a diventare tanto maggiore che a Pistoia, quanto la città di Firenze era più copiosa e più potente. Era adunque divisa la terra, divise le case, divise le famiglie; e i fratelli ancora si trovarono in questa contenzione l'uno diviso dall'altro. E insino a' guelfi, che prima erano stati d'una medesima setta, si divisero in due parti.
     
      Erano innanzi a questo tempo alcune differenze fra' Cerchi e Donati per la vicinità ch'egli avevano insieme e nella terra e nel contado. E sopravvenendo questa contenzione da Pistoia, fu come una esca a accrescere le loro discordie: perocchè quella parte de' Pistolesi che erano chiamati i neri, furono ricettati in Firenze da' Donati, e come parenti, erano favoriti da loro. Di qui seguiva, che tutti quegli che davano aiuto alla parte de' bianchi, ricorrevano a' Cerchi, come avversari de' Donati. E in questa maniera ognuno si veniva a accostare a questa o a quell'altra parte. I Cerchi erano uomini più atti alla pace e alla quiete, e abbondantissimi di ricchezze e vôlti a una modestia civile: i Donati erano di più antica nobilità, di mediocri ricchezze e di loro natura più atti alla guerra che alla pace. Per queste contenzioni e divisioni di tutta la città, e per il danno che si vedeva ogni dì maggiore, dubitando i capitani della parte guelfa, che la parte ghibellina non venisse a risorgere nella terra, rifuggirono a papa Bonifacio; e mostratogli il pericolo, domandarono che volesse colla sua autorità ovviare a questo male.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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