Pagina (308/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E loro, sotto colore del presente pericolo, chiamarono del contado grande numero di gente di loro amici e seguaci. Similmente l'altra parte s'era provveduta di numero di gente, e condotta alla presenza de' priori, grandemente si lamentava. Essendo adunque ridotte le cose in termini, che l'una parte gridava, che si punisse la congiura fatta, l'altra l'arme prese pubblicamente contro alle leggi, e ognuno di loro minacciando i magistrati, era nata una confusione nella repubblica, che nè leggi nè vergogna si temeva.
     
      Era in quel tempo nel numero de' priori Dante poeta: il quale, sendogli dispiaciuto il consiglio del chiamare uno principe nella città, e parendogli che tal cosa fosse la distruzione della libertà, si credeva che inclinasse all'altra parte. E perchè egli era d'ingegno e d'eloquenza molto singolare fra' suoi compagni, ognuno riguardava il parere e la volontà sua. Egli adunque, veduta la deformità e declinazione della repubblica, e sdegnato de' minacci fatti contro a' priori, confortò i compagni a pigliare animo, e levare il popolo alla difesa della libertà e conservazione della repubblica. E fatto questo provvedimento, costrinsero i capi dell'una parte e dell'altra a porre giù l'arme, e giudicarono quegli che erano stati cagione di tale romore doversi cacciare fuori della terra, come turbatori della pubblica tranquillità. E pertanto messer Corso Donati, il quale manifestamente era stato capo di quello consiglio, di poi era ito con moltitudine d'armati per la città e minacciato i priori, fu mandato in esilio.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Dante Corso Donati