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      Ma considerando che la nobilità per sè medesima non poteva molto, se non gli fosse fatto spalle dalle clientele e amicizie della moltitudine, e che i popolani per loro medesimi sarebbero forti, se e' s'unissero insieme a gastigare le ingiurie fatte a qualunque di loro, ordinò sagacemente, che si facesse nella città venti compagnie, nelle quali venne a distribuire tutto il popolo. Quattro n'ordinò nel sestiere d'oltrarno; quattro in quello di San Piero Scheraggio; e tre per uno in ogni altro sestiere. E così vennero a essere venti compagnie: e a ognuna di quelle fu deputato il suo gonfaloniere col suo gonfalone dipinto di varie armi, acciocchè ognuno distintamente potesse conoscere e seguitare il suo segno; e fu comandato loro, che quando accadesse il bisogno, uscissero fuori co' gonfaloni, e ognuno menasse seco armata la sua compagnia. Queste tali compagnie furono distinte e ordinate di per sè secondo le vie e le parrocchie, e furono scritti i nomi de' cittadini popolani, e posto gravissima pena, quando e' non fossero presto in arme; e uscendo fuori il gonfalone, non lo seguissero. Il tempo al gonfaloniere fu ordinato di mesi sei, e questo aggiunto: che nessuno della nobilità potesse essere di dette compagnie, nè mescolarsi o uscire di casa, quando i gonfaloni si traessero fuori; e se alcuno popolano fosse assaltato da' potenti, che il gonfaloniere della compagnia del suo gonfalone fosse obbligato dargli aiuto e difenderlo con l'arme; e se alcuno della nobilità ammazzase uno popolano, in tale caso la compagnia desse favore al più prossimano consorto del morto a fare la vendetta, e quando ei fosse di bisogno, sovvenire col danaio alla commune spesa del gonfalone; e se uno popolano assaltasse o ammazzasse un altro popolano, non erano obbligati nè le compagnie nè i gonfalonieri a fare alcuna cosa.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





San Piero Scheraggio