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      E la moltitudine aveva a grado la grandezza dell'animo suo, per la quale e' pareva, che in quel tempo avanzasse tutti gli altri. Lui ancora, sollevato da questo concorso, perseverava in fare cose nuove: e spesse volte aveva a casa moltitudine d'armati per spaventare gli avversarj. In questo era diventato sì potente nella città, che avanzava tutti gli altri. Gli avversarj, veduto che ogni dì cresceva la potenza sua e che fabbricava cose nuove, cominciarono a divulgare, ch'egli appetiva d'essere tiranno: e avevano presa di calunniarlo, perchè poco innanzi, essendo morta la donna, aveva tolto la figliuola di Uguccione da Faggiuola, uomo potente a casa sua e manifesto fautore della parte ghibellina. Questo parentado adunque, come fu pubblicato, dette cagione agli avversarj di pigliare l'arme, come se corressero pericolo della libertà. Lui, dall'altra parte, veduti gli apparati che si facevano, s'afforzò in tutti i luoghi circustanti alle case sua. Ma il parlare de' sua nemici gli aveva alienati gli animi e i favori della moltitudine, perchè dicevano, che dal suocero suo veniva grande gente a occupare la repubblica. E pertanto non ebbe il concorso come soleva: ma solamente si ragunarono a casa sua i famigliari e gli amici, e con questi si difendeva, e non voleva ubbidire a' comandamenti del magistrato, dubitando della calunnia de' nimici, che per loro opera s'era divulgata. Il magistrato adunque, mosso dalle voci e romore degli avversarj, perchè lui non voleva obbedire, e difendevasi coll'arme in mano, lo condannò come colpevole: e uscì tanto dell'ordine e della forma del giudicio, che in uno medesimo dì fu accusato, citato e condannato.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Uguccione Faggiuola