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      Ordinando adunque la provvisione con questo animo, prese forma che la tornata da' confini e gli altri beneficii della pace e della concordia universalmente fossero dati a tutti, salvo che a coloro che nominatamente ne fossero eccettuati. E così nella prima parte della legge, dove si dava il beneficio, non nominava alcuno; nella seconda parte, dove si toglieva, nominava ciascuno e le famiglie loro con lungo circuito di parole, notandole ancora secondo l'ordine de' sestieri: la qual cosa, ne' tempi che seguirono poi, fu dannosa a molti.
     
      Quella parte adunque degli usciti che ebbe il beneficio dal popolo ritornò nella città, e l'altra parte che fu esclusa rimase in esilio. E in quel numero che rimasero fuori, furono tutti coloro che erano stati cacciati in quelle più antiche discordie dopo alla venuta di Carlo primo, e a nessuno di questi la legge dette beneficio. Furono ancora fra costoro alcuni di quelli cacciati di fresco, che si chiamavano bianchi, de' quali era la cagione più leggiera, perocchè la contesa contro di loro non era tanto per le parzialità, quanto per private inimicizie. E pertanto alquanti di questi tali furono restituiti, alquanti ne furono lasciati di fuori: nel quale numero furono alcuni de' Cerchi, degli Adimari e de' Tosinghi ed altre famiglie anticamente molto guelfe. Ancora rimasero di fuori i figliuoli di Baldo Ruffolo, il quale mostrammo di sopra essere stato il primo gonfaloniere di giustizia; appresso, i fratelli e nipoti di Giano della Bella, Dante Alighieri, Palmieri Altoviti, e molti altri della nobilità e del popolo, i quali sarebbe lungo nominare.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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