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      E in questo mezzo, divulgato che fu questo suo pensiero, tutti gli usciti di Firenze d'ogni luogo l'andarono a trovare. I Fiorentini, come intesero che tutto lo sforzo della guerra si volgeva contro a loro, rivocarono prestamente le genti da Roma e aggiunsero dell'altre, e mandaronle contro allo 'mperadore, e comandarono loro, che non s'azzuffassero, e solamente attendessero a difendere le terre e il paese. L'imperadore, come entrò in su' confini de' Fiorentini, pose il campo presso a Montevarchi, e di poi dette la battaglia al castello, e continuò l'offesa tre dì. La battaglia fu grande intorno a' fossi e le mura. Finalmente, essendo affaticati quelli di drento, e diffidandosi per le mura basse, gli fu data la terra: e così di poi l'altre castella successivamente prese col medesimo terrore. All'Ancisa trovò le genti de' Fiorentini che gli erano state mandate incontro; e volendo fare pruova della zuffa, ordinò le sua squadre e richieseli di battaglia. I Fiorentini, non parendo loro da mettersi a pericolo, ma stimando di fare assai s'egli ovviassero all'émpito de' nimici, si stavano drento dalle loro munizioni, e attendevano a guardare la via che è fra il fiume e il castello. Essendo adunque ridotta la cosa in questi termini, che non potendo l'imperadore nè fare battaglia, nè passare per la via diritta, perchè il castello è sopra il passo in luogo forte, gli fu mostro dagli usciti, che poteva prendere il cammino sulla mano manca per i monti vicini. Il perchè, deliberando seguire la 'mpresa, cominciò a dirizzare l'esercito per quegli luoghi che sono molto difficili e aspri.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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