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      Ma il fine delle guerre non sia uomo alcuno che lo dica innanzi: perocchè la battaglia è commune, come si dice, e spesse volte grandi terrori per piccoli movimenti si spengono.
     
      Il corpo dello 'mperadore Arrigo con grande lamento de' sua fu portato a Pisa, e tutto il suo esercito si venne a dissolvere. Similmente l'armata de' Genovesi e del re Federigo e le sua genti che avevano passato lo Stretto, udita la morte dello 'mperadore, se ne ritornarono a casa.
     
      Le città di Toscana che s'erano intese con lui caddero d'una grande speranza in un grande timore, spezialmente i Pisani per la vicinità de' Lucchesi e de' Fiorentini, i quali di fresco erano stati offesi per molti danni ricevuti: e pertanto, pensando alla propria salute, cercavano d'uno capitano che gli difendesse da' presenti pericoli. Era in quel tempo Uguccione da Faggiuola uomo vigoroso, e oltre alla esperienza dell'arte militare temperato nella pace e di buono consiglio, e appresso conforme alla parzialità de' Pisani. Parve adunque loro di chiamarlo per capitano, e di commettergli tutta la 'mportanza delle loro cose. Lui, presa che ebbe la cura della città di Pisa, prestamente condusse ottocento cavalli delle genti tedesche che erano state collo 'mperadore Arrigo, dando loro grande speranza di premio: e similmente provvide all'altre cose necessarie con grandissima sollecitudine. Di poi cominciò a muovere guerra a' Lucchesi, e dette loro tanta molestia, che le cose che egli avevano patite innanzi, a comparazione di quelle, parevano loro niente.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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