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      Mossesi adunque l'esercito con incredibile moltitudine: perocchè, oltre alla turba della terra che tutta s'era volta a quella impresa, ancora del contado vi correva ognuno; e di aiuti de' collegati, che alla prima venuta del nimico s'erano mossi, frequentemente v'abbondavano. Essendo condotti intorno a Fucecchio, e la nobilità che aveva sconfortato la impresa seguitando solamente le bandiere, e lasciando la cura delle vittuvaglie e delle altre cose a coloro che erano stati confortatori di quella andata, non si faceva cosa alcuna a tempo, in tal modo che vedendo manifestamente la vanità di questa cosa, si venne la impresa stoltamente fatta a risolvere. E pertanto, questo sì grande e copioso esercito non entrò in sul terreno de' nimici, e non fecero alcuno profitto; ma pieni di querimonie, e rimproverando le ingiurie l'uno all'altro, se ne tornarono a casa, e tiraronsi dreto grandissime contese insino dal campo per la fede data agli usciti. Perocchè, in sulla prima venuta di Castruccio, quando fu portata la novella ch'egli era in quello di Prato, e che si credeva ch'egli avessero a fare fatti d'arme, fu promesso agli usciti la revocazione nella città, se nel campo si trovassero armati contro al nimico: e per questa cagione uno grande numero d'usciti era tratto nell'esercito. Ed essendo di poi nate discordie tra' cittadini, e condotto il campo insino a Fucecchio, e tornando a Firenze male d'accordo, fu messo sospetto agli usciti, che le promesse non sarebbero loro osservate, e furono alcuni che li confortavano a provvedere a' fatti loro: e pertanto, mossi gli usciti da queste cose, deliberarono d'anticipare la tornata dello esercito.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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