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      Ma in qualunque grado ci siamo, avendo voi fatta la promessa che v'è nota, ci basta solamente fare una semplice domanda, e questo è: che scacciati i nimici e ogni loro terrore rimosso, ci osserviate la fede pubblica, la quale in sulla loro venuta ci prometteste. In questa nostra petizione, se ci è alcuno che stia sospeso, è necessario che si muova o per negare la promessa essere stata fatta, o per dire che ella non sia stata adempiuta da noi, o per rispetto dell'una cosa e dell'altra; e nientedimeno pigli a sostenere, che le promesse della città non si debbino osservare. Le due prime parti appartengono a mostrare a noi; la terza è posta nella equità vostra e nel riguardo che si debbe avere all'onore della città. Ma chi è quello che possa d'alcune di queste cose dubitare? Chi non sa la promessa fatta? chi non sa, che ella fu pubblica, e mandato il bando in modo, che non solamente a Firenze, ma ancora per le terre vicine fu udita la voce della città? Alcuna volta accade, che nel contrattare si farà una promessa da uno a un altro occulta e segreta, la quale, benchè si debba a ogni modo osservare, nientedimeno la moltitudine non ne avrà notizia. Ma questo non ci è cittadino che possa dire che non lo sappia, essendo manifesto e noto a' forestieri. E che bisogna stare in su questa disputa, conciossiachè i priori, uomini degnissimi, lo confessino, e la città sapendo il vero non lo nieghi? L'altra parte a chi può esser dubbia, cioè, se noi abbiamo adempiuto il bando e siamo stati in campo contro al nimico, che fu la condizione aggiunta nella promessa?


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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