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      In questo tempo fu ordinato di trarre gli uffici a sorte, i quali innanzi si facevano per elezione e partiti. Questa mutazione, benchè secondo il giudicio degli uomini allora paresse piccola cosa, nientedimeno dette alla repubblica grande inclinazione; per avere in tutto mutata la forma e il governo della città. Il modo della sorte fu questo: dettero autorità a' priori e collegi di fare scrivere i nomi in su cedole di quelli cittadini che paressero loro degni del magistrato, e di poi approvati, poterli imborsare; e quando venisse il tempo d'eleggere il magistrato, si traessero i nomi per sorte; e quello che fosse tratto s'intendesse essere di quell'ufficio, se per legge non avesse divieto. Ma il divieto era di due anni o veramente quando fratello o consorto si trovasse nel medesimo ufficio: e in tali casi si rimettesse la cedola in quella borsa donde egli era tratto. Questo primo modo della sorte fu ordinato per tre anni e sei mesi: e la sperienza approvò questa legge essere utile a levare via le contese, le quali, per il favore de' partiti che si cercava e procurava innanzi, spesse volte nascevano fra i cittadini. Ma quanto ella giovò in quel tempo alla repubblica, tanto nuoce, e assai più in questo, che per la sorte molti indegni sono assunti al magistrato. Perocchè non si provvede colla medesima diligenza agli uffici che s'hanno a trarre, per l'avvenire, come quelli che s'eleggono di presente: ma le cose ordinate per il tempo futuro e dubbiose se hanno a essere, certamente noi le giudichiamo con più negligenza, e le presenti con più considerazione.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852