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      Il perchè, temendo i commissarj del troppo affanno de' soldati, perchè il circuito delle mura era grande, e continuamente bisognava guardarlo, significarono a Firenze che mandassero soccorso. Ma portandosene la terra negligentemente, in questo mezzo il nimico di bastia in bastia fece circuito con fosse e steccati, e venne a tôrre ogni speranza di soccorso a quelli di dentro. Durante questa ossidione a Montemurlo, le genti di Castruccio che erano a Signa continuamente correvano per quel di Firenze. In ultimo, venendo per la via di Pisa con grande romore insino alle mura di Firenze, i cittadini grandemente indegnati uscirono fuori, e ributtaronli indietro quattro miglia in tal modo, che continuamente fuggirono loro innanzi, nè con altra arte se non con una presta fuga scamparono. Per questa cagione ebbero di poi sospetto a appressarsi alla città, ma andavano in luoghi più remoti, e facevano d'ogni ragione danno al paese. In questo mezzo quelli che erano assediati a Montemurlo ogni dì erano più stretti, e già le cave avevano gettate in terra una parte delle mura. Le quali cose essendo di grande importanza, e dubitando di peggio per l'avvenire, finalmente il popolo fiorentino si volse all'ultimo rimedio, e fu deliberato di chiamare in Toscana Carlo figliuolo del re Ruberto e dargli il governo della città. Per questa cagione furono eletti cinque ambasciadori: Francesco Scali, messere Alessio Rinucci, Donato Acciaiuoli, Donato Peruzzi e Filippo di Bartolo. Questi tali portando la deliberazione del popolo con loro, ed essendo condotti alla presenza di Carlo, messere Alessio, che era riputato in quel tempo famoso dottore, parlò in questo modo: "Il popolo fiorentino ti ha deputato per dieci anni, con queste condizioni, signore e governatore della città nostra: la qual cosa a te e al padre tuo sia prospera e felice.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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