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      Crescendo adunque tanti apparati appresso a' Fiorentini, e addirizzandosi in loro favore lo sforzo del sommo pontefice e del re quasi intollerabile, i capi della parte avversa incominciaro grandemente a temere, e con ogni cura si volsero a provvedere a' fatti loro. Furono ancora sollecitati da Galeazzo Visconti signore di Milano, il quale per la guerra che molto innanzi s'era fatta per il papa e il re Ruberto, aveva mosso ancora lui la guerra di Castruccio in Toscana, e allora, vedendo crescere sommamente la potenza degli avversarj, molto se ne turbava. Sollicitando e stimolando i capi della parte ghibellina a fare ogni loro sforzo, fu cagione che chiamassero in Italia Lodovico duca di Baviera eletto nuovamente alla degnità dello imperio. Era questo signore già molto innanzi inimico al sommo pontefice, perocchè da lui, per avere favorito gli avversarj nella guerra di Genova e di Lombardia, era stato pronunziato indegno allo imperio e molto severamente scomunicato. E pertanto, come intese la disposizione degl'Italiani, subitamente passato l'Alpi, ne venne a Trento, per trattare co' signori della richiesta che gli era stata proposta e rimanere d'accordo del modo e del tempo della sua passata. Ordinato adunque che a Trento si tenesse questo colloquio, tutti quegli signori di Milano, di Mantova e di Verona e altri di Lombardia e di Toscana capi della parte ghibellina si ragunarono con lui, e finalmente fecero con grandi promesse, che non si tornassi per allora nella Magna, ma chiamassi le genti, per passare oltre in Italia e a Roma.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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