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      Oltre alle predette cose, dette uno governatore a' Milanesi, e diputò ventiquattro cittadini al suo consiglio sotto certa spezie di libertà, e per remunerazione di tale beneficio, trasse da loro grande numero di pecunia.
     
      Mentre che queste cose si trattavano in Lombardia, Carlo e i Fiorentini mandarono le genti innanzi alle ricolte contro a Castruccio. Non andò personalmente Carlo nello esercito, ma restando a Firenze, commise il governo a uno de' suoi baroni chiamato Novello. Questo capitano adunque partito collo esercito andò la prima giornata insino a Signa, e stette tre dì in quelli luoghi, che nessuno sapeva in qual parte delle terre inimiche volesse entrare. Finalmente, di notte tempo lasciando gli alloggiamenti e padiglioni e tende, perchè il nimico non avesse sentore della sua partita, prese il cammino in sulla sinistra ripa dell'Arno e andò a Fucecchio. E di quel luogo per un ponte subitamente ordinato passò il padule, e con tutte le genti pose campo a Santa Maria a Monte, fortissimo castello. Di poi dette la battaglia: e le genti d'arme a piè e a cavallo, passando pe' fossi e pe' luoghi difficili senza alcuno riguardo, posero le scale al castello; e fu tanta la moltitudine del saettume che moltiplicò contro a' nimici, che gli levarono dalle difese, e finalmente presero le mura. E perchè il luogo aveva tre circuiti, i terrazzani, avendo perdute le prime, si ridussero alle seconde: e quelle ancora essendo arditamente prese da quegli di fuori, vi restò la fortezza, la quale non parve alle genti che v'erano entrate drento dovere tentare per allora.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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