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      Ma volgendosi alla preda e alla uccisione di quegli di drento, e nascendo contesa tra i nostri e i soldati forestieri, quegli che potevano meno cominciarono a mettere fuoco nel castello. E fatto questo in più luoghi, l'incendio per tutto si distese con tanto danno, che non vi fu alcuno quasi o maschio o femmina d'alcuna età che di quel castello scampasse: perocchè, quegli che erano nascosti la fiamma e la ruina delle case gli ammazzò, e quegli che furono presi in sull'ira e sdegno furono morti di ferro. Di poi quegli che erano rifuggiti nella rôcca fecero triegua per otto dì, con patto di darsi tra questo termine, se Castruccio non dava loro soccorso. Per questa cagione, Castruccio si mosse a venire colle genti, e fermandosi in uno luogo rilevato lontano da' Fiorentini, e parendogli non avere sì grande numero di genti che fosse pari a loro, non ebbe ardire di dare soccorso a quegli di drento: e così al termine diputato secondo i patti, s'ottenne la fortezza. I Fiorentini, avuto interamente il castello, lo rinnovarono di mura e di torri e fornironlo di buona guardia. Di poi andarono a trovare il nimico, e posto che ebbero il campo non molto lontano dal suo, lo richiesero di battaglia: la quale ricusando Castruccio, e tenendo i suoi drento dalle munizioni del campo, loro dopo tre dì si tirarono indrieto; e passato il padule, entrarono nel contado di Pistoja, e assediarono Artimino, il quale castello in quel tempo era fortissimo: e poi che vi furono stati alcuni dì, finalmente gli dettero una aspra e valorosa battaglia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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