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      E a mettere ad esecuzione questa cosa, erano diputati uomini della infima plebe; e furono trovate le case dove avevano portati sermenti, acciocchè più presto e più vigorosamente s'appiccassero gl'incendi. E pertanto, fatti morire i congiurati, la città venne a restare in tranquillità e pace.
     
     
     
     
      LIBRO SESTO
     
     
      Nel principio dell'anno seguente, Lodovico, perchè le genti tedesche partite da lui gli rompevano ogni sua impresa e ogni suo disegno, e i danari che aveva promesso Azzo Visconti non comparivano, deliberò di passare in Lombardia, per provvedere a questi incommodi. Lasciato adunque a Pisa il falso pontefice con tutta la sentina degli eretici e scomunicati, lui col resto delle genti che gli erano rimaste passò il giogo dello Appennino, e per il contado di Parma passò in Lombardia. Queste cose governava in modo, come se fra pochi dì avesse a tornare a Pisa. Ma trovò in Lombardia maggiori impedimenti che non stimava: perocchè Azzo Visconti, avendo veduto esperienza di lui nella disfazione del padre, non lo volle ubbidire, ma chiusegli le porte di Milano e dell'altre sue terre. Il perchè si venne a trovare in nuova guerra in quelle parti. In Toscana similmente seguirono cose varie, perocchè i Tedeschi che s'erano posti in sul colle presso a Lucca, non molto dopo la sua partita, elessero per capitano Marco Visconti, il quale mandato da Lodovico tenevano appresso di loro per statico. Confidandosi adunque grandemente nella opera e nello ingegno di costui, presero Lucca, e furono messi drento per la fortezza da' soldati che v'erano alla guardia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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