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      Questo rimedio salutifero innanzi a tutti gli altri fu veduto dal principio e consigliato nella repubblica: ma gli oratori mandati a quelli signori di Lombardia, poi che gli ebbero tentati tutti, non potettero inducere alcuni di loro a pigliare la guerra contro a Mastino, non perchè l'amassero, ma perchè temevano la potenza sua. Finalmente, volgendosi la città a' Veneziani, perchè erano vicini di quel tiranno e da lui si riputavano offesi e avevano a sospetto la sua potenza, gli indussero con molte persuasioni a entrare in compagnia della guerra. Per questa confederazione le genti de' Fiorentini passarono dal canto di là, e unite con quelle de' Veneziani, mossero la guerra in Trevigiano contro al tiranno.
     
      Mentre che queste cose si facevano in quel di Vinegia, i fratelli de' Rossi, da' quali dicemmo di sopra che Mastino aveva ricevuta Lucca, scacciati da lui e contro alla fede perseguitati, erano ridotti nel castello di Pontremoli collo assedio intorno: il perchè, ricorrendo allo ajuto de' Fiorentini e Veneziani, furono ricevuti nella lega. Uno di costoro chiamato Piero de' Rossi, uomo singolare nel mestiere dell'arme, venne a Firenze, e mostrò, che se gli fusse dato gente, potrebbe fare di grandi danni a Lucca e liberare i suoi dalla ossidione. Il perchè gli furono dati ottocento cavalli e grande numero di fanti, co' quali andò verso Lucca, e pose il campo presso alla terra, e ogni dì colle bandiere si rappresentava valorosamente in sulle porte. Queste cose si facevano, a fine che quegli che erano a campo a Pontremoli, costretti a dare ajuto a Lucca, si levassero dallo assedio.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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