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      Questo luogo consideratamente fu eletto da questo capitano, perchè v'è un canale appresso, per il quale la vittuvaglia si poteva conducere e era vicino a Padova a sette miglia e molto commodo a fare la guerra. Posato adunque quivi il campo e afforzatosi con fossi e steccati secondo la consuetudine antica, dava tante molestie al nimico, che non gli lasciava pigliare riposo. Alcuna volta d'improvviso discorrendo insino in sulle porte, alcuna volta rappresentandosi colle bandiere, alcuna volta tentando d'entrare dentro, abbattè in modo la mente e le forze del tiranno, che disegnando lui poco innanzi d'occupare Toscana, allora pensava di mantenere la propria patria.
     
      In mentre che queste cose si facevano in quel di Vinegia, gli Aretini ogni dì venivano in maggiore declinazione, perchè oltre alla guerra di Perugia che era per sè grande, v'era aggiunta ancora quella de' Fiorentini, e avevano perduto Città di Castello e il Borgo, e molti altri luoghi s'erano rebellati. Le quali cose erano loro tanto moleste, che i cittadini si mossero a andare a Saccone, e pregaronlo che egli avesse compassione alla città, dicendo: avevano durato insino allora e essere parati a durare per l'avvenire, pure che qualche speranza o qualche forma di fare la guerra fusse loro mostra; ma se non vi restava più alcuno rimedio, volesse provvedere al bene di quella terra, che non aveva di lui mal meritato; e se non poteva con buona condizione, almanco con qualche modo tollerabile desse loro la pace. Di qui seguì, che Saccone cominciò con quegli di dentro avere sospetto.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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